mercoledì 10 aprile 2013

Il dibattito francese sulla contraccezione gratuita


Foto: Il dibattito francese sulla contraccezione gratuita

Dal 31 marzo le ragazze francesi tra i 15 e 18 anni possono ottenere gratuitamente alcuni anticoncezionali: le pillole di prima e seconda generazione, la spirale e il contraccettivo sottocutaneo. Le minorenni dovranno semplicemente presentare in farmacia una prescrizione medica e la Carte Vitale della famiglia, una sorta di tessera sanitaria che permette di avere una copertura medica. Restano esclusi dai rimborsi il cerotto contraccettivo, l’anello vaginale, i preservativi maschili e femminili e le pillola di terza e quarta generazione.
 
Fino alla scorsa settimana il costo del pillola (che è in Francia il principale metodo di contraccezione) era rimborsato per il 65 per cento del prezzo e costava allo stato circa 6 milioni di euro. La distribuzione gratuita porterà a un’ulteriore spesa di 5 milioni di euro. La ministra della salute francese Marisol Touraine ha detto che questa iniziativa avrà come diretta conseguenza la riduzione del numero degli aborti (che tra le adolescenti in Francia è intorno ai 12 mila l’anno) e una maggiore tutela per le donne.
 
Sempre dal 31 marzo in Francia per tutte le donne saranno completamente gratuiti gli interventi di interruzione di gravidanza (consentiti fino alla dodicesima settimana) mentre prima la copertura era dell’80 per cento. I costi di un aborto in Francia vanno dai 200 ai 450 euro, a seconda del metodo (se praticato con farmaci o interventi chirurgici) e del luogo in cui viene eseguito (ospedale o studio medico).
 
Durante la sua campagna presidenziale, François Hollande aveva annunciato di voler garantire alle minori “il libero accesso a un medico, in anonimato, e a un alto livello di contraccezione”. La misura era stata poi iscritta lo scorso autunno nel quadro della legge di finanziamento della Sanità pubblica. Il provvedimento è buono ed è stato accolto con favore da buona parte dell’opinione pubblica francese e non solo.
 
Ma ci sono state anche molte critiche. C’è chi ritiene che questo meccanismo non garantisca l’anonimato alle ragazze (che dovranno giustificare ai genitori il fatto di andare dal medico di famiglia) e c’è chi sostiene (come il ginecologo Israël Nisand) che rendere completamente gratuito l’aborto rappresenta ”un duro colpo per le donne perché fa credere loro che l’interruzione di gravidanza sia un metodo contraccettivo più sicuro e preferibile alla pillola”.
 
Le critiche più puntuali (e interessanti) sono però arrivate da Carine Favier, presidente nazionale dei Centres de planning familiaux (consultori) che già ad ottobre aveva inviato una lettera alla ministra francese della salute. Prima della nuova disposizione, in Francia la pillola poteva già essere concessa gratuitamente e in forma anonima alle minori: grazie a una legge del 4 dicembre 1974 e recandosi in questi centri. Ma, secondo la ministra, a un numero troppo basso di persone e, soprattutto, solo nelle città di medie e grandi dimensioni. Perché allora modificare il meccanismo e non aprire un numero maggiore di strutture soprattutto nelle zone rurali e suburbane? Con questa nuova legge verranno infatti a mancare le necessarie consulenze mediche sulle quali prima le giovani donne potevano contare.
 
La domanda fondamentale posta da Carine Favier è però un altra: perché la contraccezione deve passare esclusivamente attraverso l’assunzione  di una pillola da parte delle donne? La misura adottata in Francia non considera infatti il preservativo maschile che rimane l’anticoncezionale più costoso e più utilizzato dai ragazzi e dalle ragazze nella fascia d’età che va dai 15 ai 24 anni. Che rappresenta un metodo sia per prevenire le gravidanze indesiderate che per proteggere dalle malattie sessualmente trasmissibili. Facilitare l’accesso alla contraccezione significherebbe dunque riconoscere allo stesso tempo la sessualità e il diritto alla salute. Di tutte e tutti. Ma sembra essere una questione per sole donne.

http://blog.ilmanifesto.it/anziparla/2013/04/09/il-dibattito-francese-sulla-contraccezione-gratuita-cose-da-donne/

Dal 31 marzo le ragazze francesi tra i 15 e 18 anni possono ottenere gratuitamente alcuni anticoncezionali: le pillole di prima e seconda generazione, la spirale e il contraccettivo sottocutaneo. Le minorenni dovranno semplicemente presentare in farmacia una prescrizione medica e la Carte Vitale della famiglia, una sorta di tessera sanitaria che permette di avere una copertura medica. Restano esclusi dai rimborsi il cerotto contraccettivo, l’anello vaginale, i preservativi maschili e femminili e le pillola di terza e quarta generazione.

Fino alla scorsa settimana il costo del pillola (che è in Francia il principale metodo di contraccezione) era rimborsato per il 65 per cento del prezzo e costava allo stato circa 6 milioni di euro. La distribuzione gratuita porterà a un’ulteriore spesa di 5 milioni di euro. La ministra della salute francese Marisol Touraine ha detto che questa iniziativa avrà come diretta conseguenza la riduzione del numero degli aborti (che tra le adolescenti in Francia è intorno ai 12 mila l’anno) e una maggiore tutela per le donne.

Sempre dal 31 marzo in Francia per tutte le donne saranno completamente gratuiti gli interventi di interruzione di gravidanza (consentiti fino alla dodicesima settimana) mentre prima la copertura era dell’80 per cento. I costi di un aborto in Francia vanno dai 200 ai 450 euro, a seconda del metodo (se praticato con farmaci o interventi chirurgici) e del luogo in cui viene eseguito (ospedale o studio medico).

Durante la sua campagna presidenziale, François Hollande aveva annunciato di voler garantire alle minori “il libero accesso a un medico, in anonimato, e a un alto livello di contraccezione”. La misura era stata poi iscritta lo scorso autunno nel quadro della legge di finanziamento della Sanità pubblica. Il provvedimento è buono ed è stato accolto con favore da buona parte dell’opinione pubblica francese e non solo.

Ma ci sono state anche molte critiche. C’è chi ritiene che questo meccanismo non garantisca l’anonimato alle ragazze (che dovranno giustificare ai genitori il fatto di andare dal medico di famiglia) e c’è chi sostiene (come il ginecologo Israël Nisand) che rendere completamente gratuito l’aborto rappresenta ”un duro colpo per le donne perché fa credere loro che l’interruzione di gravidanza sia un metodo contraccettivo più sicuro e preferibile alla pillola”.

Le critiche più puntuali (e interessanti) sono però arrivate da Carine Favier, presidente nazionale dei Centres de planning familiaux (consultori) che già ad ottobre aveva inviato una lettera alla ministra francese della salute. Prima della nuova disposizione, in Francia la pillola poteva già essere concessa gratuitamente e in forma anonima alle minori: grazie a una legge del 4 dicembre 1974 e recandosi in questi centri. Ma, secondo la ministra, a un numero troppo basso di persone e, soprattutto, solo nelle città di medie e grandi dimensioni. Perché allora modificare il meccanismo e non aprire un numero maggiore di strutture soprattutto nelle zone rurali e suburbane? Con questa nuova legge verranno infatti a mancare le necessarie consulenze mediche sulle quali prima le giovani donne potevano contare.

La domanda fondamentale posta da Carine Favier è però un altra: perché la contraccezione deve passare esclusivamente attraverso l’assunzione di una pillola da parte delle donne? La misura adottata in Francia non considera infatti il preservativo maschile che rimane l’anticoncezionale più costoso e più utilizzato dai ragazzi e dalle ragazze nella fascia d’età che va dai 15 ai 24 anni. Che rappresenta un metodo sia per prevenire le gravidanze indesiderate che per proteggere dalle malattie sessualmente trasmissibili. Facilitare l’accesso alla contraccezione significherebbe dunque riconoscere allo stesso tempo la sessualità e il diritto alla salute. Di tutte e tutti. Ma sembra essere una questione per sole donne.

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